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venerdì 28 ottobre 2011

Dislessia? un aiuto dalla tecnologia!

La dislessia rienta tra i Disturbi Specifici dell'Apprendimento(DSA) e consiste principalmente nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Un valido aiuto può essere offerte da alcune tecnologie informatiche, ad esempio con l'aiuto di un software "che fanno parlare il computer", leggendo ad alta voce intere pagine o porzioni di testo. Un famoso esempio è la ViVo Portable USB, una semplice e comoda chiavetta portatile che inserita in un qualsiasi computer permette l'utilizzo del programma senza bisogno di installazione.



 
Immagine in uso secondo licenza Creative Commons.

http://www.particellelementari.net/2009/11/vivo-portable-usb-la-suite-che-fa-parlare-il-computer/














mercoledì 26 ottobre 2011

Informatica a scuola




Secondo me per poter parlare di vera integrazione bisognerebbe arrivare ad un uso costante di tecnologie informatiche durante la didattica tradizionale. Questo modo di fare sarebbe utile anche nell'ottica delle "tecnologie per l'inclusione", poichè molti ragazzi/ragazze e bambini/bambine disabili trarrebbero vantaggio dall'utilizzo di un software personalizzato, permettendogli di seguire la lezione dell'insegnante in aula con i compagni.
A tal proposito ho trovato la presentazione di un progetto chiamato E-inclusion, al fine di "superare il «digital divide» degli studenti con disabilità".
La soluzione a mio avviso non è semplicemente quella di permettere a chi ne ha bisogno di utilizzare il pc in aula, poichè questo porterebbe ad etichettarli come "diversi".

mercoledì 12 ottobre 2011

a scuola Wikipedia va usata all'incontrario

"a scuola Wikipedia va usata all'incontrario"

Ho trovato un'attività simile a quella proposta, forse con diversi obiettivi,  dal professore del laboratorio di informatica per l'educazione che frequento e trovo che sia un'ottima soluzione per rendere gli alunni realmente partecipi della costruzione del proprio sapere, limitando la ricerca di risposte preconfezionate sul web. Bisogna perciò imparare ad utilizzare queste nuove tecnologie invece di condannarle.

sabato 8 ottobre 2011

Quale Università?

Da qualche anno mi capita di trovarmi di fronte a spot pubblicitari riguardo l'Università Telematica, ma non ho mai avuto modo di approfondire l'argomento. Nonostante la mia diffidenza voglio provare a capire meglio di cosa si tratta per potermene fare un'idea più veritiera. Leggendo la definizione su Wikipedia mi sorge un dubbio riguardo la "modalità di insegnamento a distanza basata sulle nuove tecnologie telematiche". Le tecnologie telematiche hanno il potere di allontanare o di avvicinare?
Problema del controllo sulla qualità della didattica: una di queste Università che di cui sento maggiormente parlare è l'e-Campus, un'università privata che scopro esser stata inizialmente bocciata dal Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario perchè non rispondeva ad una serie di requisiti minimi.
Problema economico: in alcuni Forum ci sono persone che sostengono che sia più economica l'Università telematica in quanto si può rimanere nella propria città(sappiamo che spostarsi in una città universitaria è assai dispendioso), si può contemporaneamente lavorare perchè i corsi non sono obbligatori ma quasi nessuno fa riferimento al fatto che le tasse sono di molto superiori a quelle dell'Università pubblica. Da parte mia preferisco spendere la stessa quota di differenza per andare a vivere insieme ad altri studenti, in una nuova città, ma questa è un'opinione del tutto personale.
Problema della socializzazione: frequentare le lezioni permette di conoscere molti ragazzi e ragazze, di confrontarsi, cosa che non è possibile seguendo una lezione dallo schermo del computer di casa propria. Da parte mia questo è essenziale per affrontare anni di studio così intensi.
Problema del rapporto con i/le docenti: sempre sul Forum precedente una ragazza frequentante l'e-Campus dice che i professori sono disponibilissimi ad offrire ulteriori spiegazioni e facilmente raggiungibili tramite mail. Questo succede purtroppo raramente all'Università pubblica(o almeno secondo le mie esperienza), poichè molti professori preferisco ancora che lo studente/la studentessa vada a ricevimento per parlare faccia a faccia. Credo che questo sia una sfida per quei ragazzi e ragazze molto timidi e chiusi, che troverebbero molto più facile dire che "non hanno capito" tramite e-mail, piuttosto che alzare la mano e dirlo durante una lezione in un'aula stracolma.
Problema del dopo: informandomi sull' Università telematica mi è parso di capire che una volta terminati i corsi ci sia solo la possibilità di iscriversi a Master e non di intraprendere la carriera universitaria, ma su questo trovo pareri contrastanti, come sul fatto che si effettui o no ricerca.
Un altro problema riguarda la spendibilità e il riconoscimento del titolo conseguito...(e ce ne sono tanti altri)
Insomma, al problema se sia "meglio" l'Università telematica o l'Università tradizionale credo non sia possibile dare risposta, sia perchè entrambe le soluzioni presentano pro e contro, sia perchè non è detto che si escludano a vicenda. 
Sta di fatto che le modalità di apprendimento, dalle scuole elementari ai livelli superiori, sta cambiando e di questo devono esserne consapevoli soprattutto i futuri educatori.

venerdì 7 ottobre 2011

spunti dal quotidiano

Mi sentivo sempre a disagio quando ero davanti al mio computer e si avvicinava mia madre. Dopo avermi scrutata per qualche minuto e aver capito che non avevo alcuna intenzione di togliere gli occhi dallo schermo, mi chiedeva: "che fai?" e io le rispondevo: "chatto". La mia risposta non la soddisfava; lei non si azzardava a chiedermi altro ed io non le offrivo ulteriori spiegazioni. Quanti problemi e questioni stanno dietro questo breve episodio! Le cose oggi sono cambiate, pian piano abbiamo trovato io la pazienza e lei il coraggio di andare oltre. Essendo una studentessa fuori sede, quando torno a casa nel weekend mi porto sempre dietro il mio fedele computer (come potrei stare senza?) e finisco per fare lezione d'informatica a mia madre. Credo che sia un'esperienza interessantissima che tutti i figli (soprattutto gli adolescenti) dovrebbero fare. Bisogna armarsi di molta pazienza e porsi nei panni dell'altro, usare un linguaggio adatto, specifico ma di facile comprensione, per spiegare ciò che per noi è così semplice e capire perchè per l'altro non lo è...